Another kind of Blue_Merlin

[...] Alex si tirò di nuovo dritto a sedere e si girò verso di lei con un mezzo sorriso.

- Che c’è? – Le chiese.

- Sei proprio sicuro di chiamarti Alex? –

Qualcosa in fondo al cuore di Alex tremò. Cosa sapeva quella bambina?

- Sì, sono sicuro. Perché me lo chiedi? –

- Così – rispose lei, alzando di nuovo le spalle. Doveva essere una specie di vizio per la piccola, perché Alex gliel’aveva visto fare già tre volte, un gesto che sembrava compiere quando una conversazione non stava andando dove lei voleva. Per un attimo gli ricordò tremendamente Merlin.

- È che quando ti ho visto ho pensato che potessi essere qualcun altro. Visto che sei venuto qui a cercarlo, ho pensato che fossi l’Arthur di Connor... – proseguì determinata la bambina, continuando a guardarlo in viso con un’aria piena d’aspettativa.

- L’Arthur di Connor? – le chiese Alex, col cuore che gli scoppiava in gola, l’emozione che minacciava di vincerlo celata ben bene dietro un viso privo d’espressione.

- Sì, Arthur, il suo amico. Connor lo stava aspettando. –

- Aspettando? – La incalzò Alex, corrugando la fronte nello sforzo di seguirla nel discorso.

- Lui lo aspettava sempre. Diceva che un giorno lui sarebbe tornato e che allora sarebbe di nuovo andato tutto bene. Per questo era sempre triste. Perché lo aspettava e lo aspettava e lui non tornava mai. – [...]